Come sapete ultimamente ho scoperto di avere una grande passione per i romanzi storici, ma fino ad ora non mi ero mai avvicinata all'epoca romana, nonostante la adori.
Quando la gentilissima casa editrice Di Renzo Editore mi ha proposto di leggere questa storia, non ho potuto resistere!
Casa editrice: Di Renzo Editore
Data d'uscita: (3 edizione) 12 dicembre 2019
Pagine: 264
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TRAMA
«Non avevo ancora dieci anni, ma ero già sfuggita a due fidanzamenti ufficiali, il primo con Antyllus, il figlio di Antonio, il secondo addirittura con un barbaro: il futuro re dei Geti, Cotiso.In realtà sulla scacchiera della politica contavo come una pedina di vetro ai latrunculi, il gioco con il quale fin da bambina ero solita intrattenermi con mio padre. Ero diventata abile a impadronirmi della pedina del Re, che conserva la libertà di movimento anche quando il giocatore perde la Regina. Vincevo spesso e Augusto era deluso come un bambino, quando mangiavo la sua pedina venutasi a trovare tra due di colore diverso».
RECENSIONE
Si dice spesso che a fare la storia siano gli uomini, ma questo libro vuole essere un importante promemoria: anche se non se ne parla quasi mai, anche le donne sono in grado di avere e rappresentare ideali, di cambiare il corso di interi periodi storici.
Ci troviamo alla fine del I secolo a.C., Cesare Ottaviano Augusto è l'unico arbitro della vita politica romana, princeps, ha tutto il potere della res publica nelle sue mani, eppure non è lui il protagonista di questa storia.
Si tratta invece di Giulia, sua unica ed adorata figlia, nata dal matrimonio con Scribonia, da cui poi Ottaviano ha divorziato per poter sposare un'altra donna, Livia. Quest'ultima rappresenta una sorta di antagonista nel libro, attraverso gli occhi di Giulia è una donna disposta a tutto pur di assicurare ai suoi figli di essere eredi del marito.
Attraverso un immaginario diario tenuto da Giulia durante il suo esilio, prima a Ventotene e poi a Reggio Calabria, la donna racconta in prima persona le vicende che l'hanno costretta ad abbandonare Roma, l'amata Urbe che era stata la sua casa, in seguito ad un'accusa di adulterio e di cospirazione contro l'amato padre.
La narrazione non è caratterizzata dall'oggettività di uno storico, La pedina di vetro è molto di più: è toccante, pieno di sofferenza, ma anche di tanto amore. Permette di esplorare il punto di vista di un personaggio su cui di solito non ci si sofferma, anzi, non si cita nemmeno se non per nominare i suoi tre mariti o i suoi figli. Giulia però non è solo una pedina, buona solo a fare figli-lei è molto di più. E' una donna dal carattere molto forte, è determinata, amante dei lussi, ama circondarsi di artisti e giovani nobili che come lei hanno degli ideali. Non ama le regole, non le importa che corrano strane voci sul suo conto, ma pagherà presto il carissimo prezzo di tale sfrontatezza.
Storicamente molto accurato, ho adorato il fatto che il libro citasse gli storici e le opere da cui certe informazioni sono state estrapolate. In questo tipo di romanzi, la precisione è tutto, e se unita a emozioni e sentimenti estremamente reali, crea un qualcosa di assolutamente meraviglioso. E l'autrice è riuscita a fare questo e più!
Non posso fare a meno di consigliare questo libro, che per quanto sia ambientato prima della nascita di Cristo, è tremendamente attuale, perchè conoscere le donne, oltre agli uomini, che hanno segnato la storia è fondamentale.
Ringrazio ancora la casa editrice per avermi inviato una copia del romanzo! <3
NOTE SULL'AUTRICE
Casa editrice: Di Renzo Editore
Data d'uscita: (3 edizione) 12 dicembre 2019
Pagine: 264
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TRAMA
«Non avevo ancora dieci anni, ma ero già sfuggita a due fidanzamenti ufficiali, il primo con Antyllus, il figlio di Antonio, il secondo addirittura con un barbaro: il futuro re dei Geti, Cotiso.In realtà sulla scacchiera della politica contavo come una pedina di vetro ai latrunculi, il gioco con il quale fin da bambina ero solita intrattenermi con mio padre. Ero diventata abile a impadronirmi della pedina del Re, che conserva la libertà di movimento anche quando il giocatore perde la Regina. Vincevo spesso e Augusto era deluso come un bambino, quando mangiavo la sua pedina venutasi a trovare tra due di colore diverso».
RECENSIONE
Si dice spesso che a fare la storia siano gli uomini, ma questo libro vuole essere un importante promemoria: anche se non se ne parla quasi mai, anche le donne sono in grado di avere e rappresentare ideali, di cambiare il corso di interi periodi storici.
Ci troviamo alla fine del I secolo a.C., Cesare Ottaviano Augusto è l'unico arbitro della vita politica romana, princeps, ha tutto il potere della res publica nelle sue mani, eppure non è lui il protagonista di questa storia.
Si tratta invece di Giulia, sua unica ed adorata figlia, nata dal matrimonio con Scribonia, da cui poi Ottaviano ha divorziato per poter sposare un'altra donna, Livia. Quest'ultima rappresenta una sorta di antagonista nel libro, attraverso gli occhi di Giulia è una donna disposta a tutto pur di assicurare ai suoi figli di essere eredi del marito.
Attraverso un immaginario diario tenuto da Giulia durante il suo esilio, prima a Ventotene e poi a Reggio Calabria, la donna racconta in prima persona le vicende che l'hanno costretta ad abbandonare Roma, l'amata Urbe che era stata la sua casa, in seguito ad un'accusa di adulterio e di cospirazione contro l'amato padre.
La narrazione non è caratterizzata dall'oggettività di uno storico, La pedina di vetro è molto di più: è toccante, pieno di sofferenza, ma anche di tanto amore. Permette di esplorare il punto di vista di un personaggio su cui di solito non ci si sofferma, anzi, non si cita nemmeno se non per nominare i suoi tre mariti o i suoi figli. Giulia però non è solo una pedina, buona solo a fare figli-lei è molto di più. E' una donna dal carattere molto forte, è determinata, amante dei lussi, ama circondarsi di artisti e giovani nobili che come lei hanno degli ideali. Non ama le regole, non le importa che corrano strane voci sul suo conto, ma pagherà presto il carissimo prezzo di tale sfrontatezza.
Storicamente molto accurato, ho adorato il fatto che il libro citasse gli storici e le opere da cui certe informazioni sono state estrapolate. In questo tipo di romanzi, la precisione è tutto, e se unita a emozioni e sentimenti estremamente reali, crea un qualcosa di assolutamente meraviglioso. E l'autrice è riuscita a fare questo e più!
Non posso fare a meno di consigliare questo libro, che per quanto sia ambientato prima della nascita di Cristo, è tremendamente attuale, perchè conoscere le donne, oltre agli uomini, che hanno segnato la storia è fondamentale.
Ringrazio ancora la casa editrice per avermi inviato una copia del romanzo! <3
NOTE SULL'AUTRICE
Antonella Tavassi La Greca (Napoli, 1951 – Roma, 2008) è stata una docente e scrittrice italiana.
Ha vinto il premio Fregene per la narrativa 2004. Studiosa di storia romana, se ne è occupata in varie opere, come in La Pedina di Vetro, biografia di Giulia maggiore, la figlia dell'imperatore Augusto che sarà esiliata dal padre a Ventotene, e Le due Agrippine, un romanzo storico le cui tragiche vicende sono ricostruite attraverso le lettere che l'autrice immagina si siano scambiate Agrippina maggiore, il marito Germanico e la loro figlia Agrippina minore (madre di Nerone). Dal primo dei due romanzi venne tratto il testo teatrale La voce di Giulia.
Il romanzo La guerra di Nora, scritto sotto forma di diario, permette di ricostruire una vicenda ambientata negli anni di piombo.
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